
A cura di Lorenzo Mazza
“Se si vuole fare del bene, bisogna farlo per bene”. Con simili parole l’ex sindaco di Amatrice e attualmente Presidente della XII Commissione (Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile, ricostruzione) ha ringraziato i quasi sessanta volontari di una decina di diverse associazioni di PC del Lazio che hanno preso parte al corso di formazione, in data 4-5 luglio 2020, dal titolo “Le tecniche di cartografia e orientamento nelle attività di ricerca dispersi”. Il corso, replica di altri simili eventi che si sono tenuti nel mese di giugno, è stato organizzato con cura dal CE.S.I.S.S (Centro nazionale di studio formazione e ricerca in materia di protezione civile e difesa civile) in collaborazione con la F.I.S.O (federazione italiana sport orientamento). Per il NOAR hanno preso parte Erika Caruso, Gimmi Corvaro e Lorenzo Mazza, i quali hanno ottenuto la qualifica per la ricerca dei dispersi.
Il corso si è tenuto in due giornate piene. Sabato 4 luglio l’attività è stata principalmente in aula, con delle spiegazioni circa le modalità di orientamento e lettura di una cartina e di una bussola, di calcolo dell’azimut e di individuazione di un punto sulla carta e delle relative coordinate UTM. Il pregio della giornata è stato rappresentato dai diversi momenti in cui, in gruppo (ma con la mascherina rigorosamente indossata) o singolarmente, e sotto l’attento sguardo di Giorgio Portinari e dei suoi collaboratori William e Andrea, sono stati svolti dei veri e propri esercizi su mappe e carte. E visto che un volontario è una persona non solo che sa, ma soprattutto che fa, domenica 5 luglio si è tenuta nella pineta di Ostia la parte pratica. Durante la mattinata i volontari, divisi in dodici squadre da cinque elementi ciascuno e muniti solo di bussola e cartina del territorio, hanno svolto una vera e propria “marcia all’azimut”, nella ricerca di indizi da trovare. I componenti del NOAR, unitamente a due amici della PC di Latina insieme ai quali si è formata la squadra, hanno scelto di perlustare il territorio talvolta seguendo i sentieri proposti e altre volte provando a passare in mezzo al bosco in modo da sperimentare le tecniche di orientamento imparate il giorno prima. Probabilmente la parte più spendibile è stata rappresentata dall’incontro pomeridiano con una squadra del gruppo cinofilo di Ostia (le Orme di Askan), dai quali si è imparato la modalità di svolgere una perlustrazione “a pettine” di un territorio alla ricerca di dispersi o anche semplicemente di indizi utili.
A conclusione di quanto appena scritto mi piace ricordare il piccolo Alfredino a 39 anni dalla morte. Proprio per le modalità tragiche che hanno portato alla scomparsa di Alfredo, la nostra associazione è particolarmente sensibile a tutto ciò che riguarda la ricerca di dispersi e la formazione svolta in questi due giorni è solo un primo passo rivolto nella direzioni di poter collaborare in maniera sempre più fattiva con le istituzioni nella ricerca di persone scomparse.