
A cura di Elisabetta Troisi
Domenica 5 Giugno, ore 5:30 del mattino, suona la sveglia (e pensare che ho scelto di lavorare di pomeriggio perché ho difficoltà ad alzarmi presto), scattante come una molla mi alzo e, piena d’emozione, mi preparo per partecipare all’esercitazione con l’elicottero AB412.
Puntuale come un orologio svizzero, Mauro passa a prendermi per andare in sede NOAR ove ci sono gli altri ad attenderci… Belli ed impeccabili nelle nostre divise! Sono pronta, scattante (che ne dite di un caffè energetico?). Salgo, con gli altri, sul mezzo associativo, ed alla smodata velocità di 70 km/h raggiungiamo l’aeroporto di Rieti. L’emozione è tanta, l’adrenalina al massimo e per fortuna riesce a vincere il sonno che ho.
Veniamo accolti dal pilota capitano Roberto che ci fornisce le ultime delucidazioni in merito all’esercitazione. Sono consapevole di ciò che dovrò affrontare (anche grazie alla simulazione che il nostro formatore esterno Paolo ci ha fatto fare in modo minuzioso e dettagliato). E’ tutto chiaro nella mia mente, tutto calcolato, tranne il vento che le pale di un elicottero in azione possano provocare.
Siamo tutti pronti, tutti abbiamo indossato i nostri DPI a disposizione. Una collega si accorge che i miei occhialoni per proteggere gli occhi sono diversi… “Che carini, ma li hai presi in negozi specializzati?” “No – le rispondo con un sorriso – Li ho presi da Auchan , reparto giardinaggio”.
Squadre da 5 elementi, pronti! Su corretta segnalazione, l’elicottero si avvicina ed atterra, il vento è fortissimo, contraggo gli addominali (che avevo prontamente indossato quella mattina), sono salda al terreno. Pertanto l’appoggio sulla spalla di chi è avanti a me è solo una formalità di procedura (ma de che! Roberta avrà segni delle mie unghie…).
Tocca a me. Cammino chinata e mi avvicino all’elicottero come da indicazioni. Con balzo felino salgo a bordo, mi siedo, allaccio le cinture, pronta per volare! L’adrenalina è al massimo (pensare che quando percorro la tangenziale, all’altezza dell’uscita di S. Giovanni, cammino al centro della carreggiata perché ho paura del vuoto…).
Si parteeee!!! Sono al mio primo volo in elicottero, che bello! Mah… un momento! Che fine hanno fatto le mie vertigini? E la paura del vuoto? Mistero…!
Sempre vigile ed attenta a ciò che avviene nella postazione di pilotaggio, senza mai perdere la concentrazione sull’esercitazione (vai Massimo, fai il video anche a me e Roberta, riprendi qui, riprendi la…!!), osservo dall’alto sia il fantastico panorama che ciò che avviene a terra. Terza squadra pronta a comunicare le manovre di atterraggio. Tutto perfetto!
A terra, mentre discuto di situazioni tecnico operative (mi giri foto e video su Whatsapp? Ma le metti su facebook?) l’elicottero riparte… ma stavolta per un’esercitazione delle guide alpine in calata col verricello… Affascinata ma distaccata dall’evento in corso chiedo a Paolo (in stile Masha e Orso) se anche quell’esercitazione è in programma per noi (lo posso fare anche io? Ma quando lo posso fare? Ma è sicuro che lo farò? Ma quando lo farò?), stile che mi ha fatto conquistare il simpaticissimo nomignolo di “piccoletta terribile”!
Tutti completano la loro esercitazione. Ora c’è la dimostrazione di uno spegnimento di incendio dall’alto.
Gli operatori addetti agganciano alla pancia dell’elicottero la benna (per me la “catinozza”!). Si alza in volo ma…. un momento! La “catinozza” è agganciata male! Roberta si complimenta con me per essermi accorta del problema e lo comunica… comunica che si è congratulata con me o che ho notato il problema? Mah! Comunque prontamente viene tutto sistemato.
Cerco Paolo, non lo trovo ma… sì eccolo là! Lo scorgo appostato tra il fogliame, come un vero reporter sta fotografando per immortalare quei momenti fantasticamente unici…. come uniche saranno le macchie d’erba che si sarà ritrovato sui pantaloni (Ops!)
L’esercitazione si è conclusa. Tutti in aula e… In modo inaspettato e con commozione vengono consegnati gli attestati e ai più meritevoli della giornata (hi! hi! hi!) anche una spilletta rappresentativa dell’elicottero (sento un brusio, ma chi è Antonio? Non c’è la spilletta per lui?).
Ma quale modo migliore per concludere un’emozionante e fantastica giornata, se non quello di radunarci a tavola? EEEVVVAIIIII! si mangia!
Battute a parte, voglio ringraziare Paolo, il pilota capitano Roberto e la nostra presidentessa Cristina, che hanno permesso tutto questo. Ed un grazie di cuore anche a chi, volente o nolente, è passato a prendermi e mi ha riportato a casa.
Ciao ragazzi, alla prossima Avventura.